lunedì 19 gennaio 2009

Tulipani - dedicato ad un amico...

Si presentò nel negozio in una mattina di pioggia e cominciò a fissarmi: di solito i clienti si soffermano sulle composizioni in vetrina, accarezzano le foglie delle Chenzie, sfiorano i turgidi tulipani o i vellutati petali delle tee. “Desidera?” Mentre alternavo sterlizie a calle su una spugna rivestita di stagnola e iuta. “Sono venuto per quel fiore.” Rispose, indicando l’angolo più buio del negozio. “Quello? Lo vuole acquistare?” Indicai sorpreso un fiore abbandonato in un calice alto, di plastica. “No. Voglio capire perché è lì.” “C’è poco da capire. Era alla luce del sole prima, insieme agli altri, in vetrina, ma il calore gli toglieva le forze. Allora l’ho sistemato fra i ficus, e le foglie cominciarono ad ingiallirsi. L’ho trattato come un’orchidea, ma l’umidità non l’ha giovato. La verità è che non so come si cura quel fiore.” “Così lo lasci in disparte, e questa non è certo la soluzione. Ogni fiore è un mistero che la natura, o colui in cui credi, ci dona per rinnovare il miracolo della creazione. Ogni fiore, è una testimonianza d’amore: per prendersene cura non serve tecnica, né scienza, non c’è un metodo universale, né libri che lo spiegano veramente… Ad amore si risponde con amore: e non pensare che esista amore malriposto o vano. Il calore di una carezza può abbagliare come il sole, una lacrima furtiva può dissetare chi si trova nel deserto, e la quotidianità dei gesti vale più di qualunque azione straordinaria. Ponilo vicino a te, e prova ad immaginare che quando hai freddo anche lui ha freddo, quando sei stanco, anche lui è stanco, e quando sei sereno, anche lui è sereno. Non dimenticare che è un fiore, come gli altri.” Così dicendo si diresse verso l’uscita e scomparve nella pioggia.

Tulipani - acrilico su tela 30x30

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