martedì 3 febbraio 2009

l'icona

Bagliori di coscienza, veloci come luce, si videro rimbalzare, accecanti, su muri, lampioni, vetrine, grate, balze, bitume bollente sul selciato.
Manto di verità sulle spalle larghe dei facchini dell’inchiostro, a mascherare macchie di sugo e lascivia sulla camicia… Fonici a caccia di menzogne e streghe da bruciare…
Apparenze e impressioni, impronte di mani sui vetri e nei vetri riflessioni. D’un tratto niente ebbe più senso se non il disgusto per ogni falso sentimento.
I cromatismi dall’intonaco scivolarono come cera, lasciando macchie di vuoto: il buio si specchiò ed ebbe orrore di se stesso, perché non vide niente: né coscienza, né traccia di sorriso.
Chi ebbe coraggio seguì la luce a ritroso. Chi ebbe coraggio indicò una finestra. Chi ebbe coraggio… entrò. E chi era puro, vide. Forse non capì. All’inizio, certamente non capì. Poi chiese e comprese.
Del resto, i bambini, cosa ne sanno d’un’icona.




acrilico su tela 30x30

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